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Modellizzazione : sost. femm. Operazione per la quale si stabilisce il modello di un sistema complesso, allo scopo di studiare più confortevolmente e di misurare gli effetti su questo sistema delle variazioni dei suoi elementi componenti (TLFI, 2018)

I 3 sistemi di modellazione

Allo scopo di descrivere e di comprendere i meccanismi geologici, gli studiosi ricorrono alla modellizzazione. Dopo i pionieri quali James Hall che, nel XIXesimo secolo, applicavano forze differenti à a degli assemblaggi di tessuti e poi di argille per capire i meccanismi che hanno potuto deformare le rocce delle falesie del Berwickshire, gli strumenti di modellizzazione non hanno cessato di evolvere.

Un modello è la rappresentazione schematica di un processo. Non corrisponde alla realtà ma è costruito a partire dall’osservazione della realtà. Esso permette di rappresentare e spiegare la realtà e di realizzare delle previsioni.

I modelli numerici utilizzati ai giorni nostri permettono di studiare un gran numero di parametri. Basati sulla risoluzione di equazioni a partire da parametri in entrata, essi consentono di calcolare l’evoluzione, nel tempo ed in ogni punto del modello, di differenti parametri come le forze in gioco, gli spostamenti, ecc… Tuttavia, anche i modelli più performanti hanno dei limiti, che dipendono sia dalle ipotesi matematiche che dall’approssimazione dei dati in entrata. Un modello è dunque sempre una approssimazione della realtà, che deve essere confrontato con le osservazioni sul terreno.

Nell'ambito del progetto Ad-Vitam saranno utilizzati quattri diversi modelli numerici, due francesi (ALICE e FLAME) e due italiano (LAMP e YASSA). L'obiettivo è quello di confrontare questi tre modelli con le osservazioni sul campo per migliorarli e produrre, in ultima analisi, strumenti operativi per i gestori del territorio.

 

Il Modello FLAME

L’innovativo Modello FLAME (Forecasting Landslides Acceleration induced by Meteorological Events) sulla predizione di frane di scivolamento è stato sviluppato dal BRGM nel quadro del progetto ANR SISCA (Système Intégré de Surveillance de Crises de glissements de terrain argileux), con l’obbiettivo di predire l’evoluzione degli spostamenti delle frane, a seconda dei tipi di scivolamento, l’insorgere di fenomeni di fluidificazione, analizzando in modo cronologico ed integrato le relazioni fra precipitazioni e spostamenti, basandosi su tre modelli fra loro complementari :

Il modello ALICE

Il sistema ALICE (Assessment of Landslides Induced by Climatic Events), sviluppato dal BRGM, è uno strumento G.I.S. (Geographical Information System) nel quale è stato implementato un approccio di modellizzazione di stabilità dei versanti associato con un modello idrologico globale, il modello GARDENIA (Global Reservoir Model for Simulation of Discharge and Groundwater Levels).

 

Il sistema LAMP (Landslide Monitoring and Predicting) corrisponde ad un modello fisico-meccanico, che integra parametri idrogeologici e geotecnici, e che nel suo funzionamento tiene conto delle caratteristiche del sito studiato. Esso permette di analizzare la suscettività alle frane di scivolamento procedendo alla determinazione delle variazioni della superficie di rottura a partire da una superficie “media”, in funzione delle cronache delle piogge, così come dei parametri d’influenza accertati dei processi d’infiltrazione.

Il modello realizzato per l’ARPAL permette di valutare la probabilità di accadimento di un movimento franoso superficiale su versanti naturali senza considerare gli effetti antropici e della vegetazione. La sua validità dipende dalla disponibilità di dati geotecnici e morfologici del terreno e dalla possibilità di valutare il grado di saturazione del terreno anche con modelli semplificati. Il grado di saturazione del terreno costituisce la variabile chiave per valutare gli effetti di una perturbazione sul territorio. Sarebbe auspicabile poter affiancare oltre alla modellazione numerica anche una rete di misura della saturazione del terreno.